(23) Segue: Le prospettive…

Evviva la democrazia!!! Comincio con questa invocazione che mi è indotta da quanto mi capita di sentire, di leggere, di vedere in TV in ordine alle plurime dichiarazioni che il NO al Referendum sarebbe una iattura irreparabile per l’Italia e per l’Europa. 

A me pare che fondare su tali basi la campagna elettorale a favore del SI faccia venire i brividi. Peraltro, il testo del quesito referendario, vedremo a giorni che deciderà il TAR, contiene una formulazione specificamente volta a rispondere SI, poiché è difficile essere contrari alla “riduzione del numero dei parlamentari” e, soprattutto, al “contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni”.

Chi ha avuto la pazienza di leggermi ricorderà, in proposito (mia riflessione n. 20 del maggio 2016), che ho sostenuto la tesi del quesito «secco» SI/NO alla riforma, proprio perché l’elettore doveva valutare la portata della decisione nel suo complesso, senza dover entrare nel merito dei singoli aspetti, in quanto non valutabili nella loro piena portata e correlazioni con gli altri.

In attesa della decisione del TAR del Lazio, dobbiamo, comunque, prendere atto dell’attuale formulazione del quesito e, per quanto in nostro potere, chiarire che la portata del voto va oltre le due o tre proposizioni che ne costituiscono la struttura.

Non ripeterò quanto ho già detto nella mia precedente riflessione, limitandomi a sottolineare le tre ragioni del «nostro» NO.

Il quattro dicembre è vicinissimo e, se non interverranno novità giudiziarie come sopra ricordato, dovremo esprimerci sul quesito.

A tal proposito auspico che quel “non partito” che ho sempre richiamato vada alle urne ad esprimere il proprio NO fermo, credendo nelle ricordate “tre ragioni” per farlo.

Mi rendo conto che le mie povere parole, peraltro, espresse in questo sito frequentato da pochi intimi, non possono essere un veicolo efficace di promozione. Eppure, dentro di me, coltivo la speranza che chi condivide i principi cui mi ispiro e gli obiettivi che vado rappresentando possa essere, attraverso le proprie relazioni umane, un moltiplicatore di consensi per il NO, o meglio per quel NO che io non desidero confuso con quello che esprimono formazioni politiche di questo o quell’orientamento o transfughi per ragioni di potere dai partiti del SI.

Ciò non significa che mi dimentichi di essere un aziendalista e disconosca l’esigenza di disporre di una struttura organizzativa.

Ci sto lavorando e spero presto di chiedere il parere di chi seguita pazientemente a leggere queste mie considerazioni sul risultato di detto lavoro; quello che posso anticipare fin d’ora è che non sto pensando all’ennesimo partito.

Claudio Bianchi