È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 184 del 09 agosto 2025, la legge 08 agosto 2025, n. 118, di conversione del c.d. Decreto italiano Omnibus, che recepisce, fra le altre misure previste, la Direttiva UE “Stop the Clock“, parte del pacchetto UE “Omnibus I”, presentato il 26 febbraio 2025 dalla Commissione Europea nell’ambito di una strategia più ampia per bilanciare transizione sostenibile e competitività economica.
In particolare, il decreto italiano convertito in legge, fra le altre misure di sostegno all’economia ed alle imprese, recepisce la Direttiva (UE) 794/2025 “Stop the Clock” (entrata in vigore in Europa il 17 aprile 2025), modificando il D. Lgs. 125/2024 (che recepiva la CSRD).
La legge 118/2025, dunque, allinea il nostro ordinamento a quello europeo, posticipando di due anni gli obblighi di pubblicazione della Rendicontazione di Sostenibilità previsti attualmente dalla normativa, per numerose imprese.
Si ricorda, infatti, che con la Direttiva “Stop the Clock” si rinvia:
- di due anni, quindi a decorrere dall’anno fiscale 2027, l’applicazione degli obblighi di cui alla Direttiva UE 2464/2022 (CSRD) per le grandi imprese che non hanno ancora avviato la rendicontazione. Si tratta delle aziende che coprono almeno due dei tre seguenti requisiti dimensionali: oltre 250 dipendenti; totale attivo superiore ai 25 milioni di euro; totale ricavi maggiore ai 50 milioni di euro;
- di due anni, quindi a decorrere dall’anno fiscale 2028, l’applicazione degli obblighi della CSRD per le PMI quotate;
- di un anno il termine di recepimento, dunque entro luglio 2027, e la prima fase d’applicazione, quindi entrata in vigore a decorrere da luglio 2028, per le imprese più grandi, della Direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (CSDDD).
L’obiettivo della Direttiva “Stop the Clock” è quello di semplificare la rendicontazione di sostenibilità per le imprese. In particolare, si punta a contenere nel breve periodo gli esosi oneri di rendicontazione e a rendere più semplici gli standard tecnici per concentrare gli obblighi sulle aziende più grandi. Il tutto allo scopo di creare condizioni che permettano di rafforzare la competitività del mercato interno dell’UE, accordando maggior tempo di adeguamento e di preparazione dei report, riducendo i costi amministrativi.
Certamente, a nostro avviso, si rivela opportuno per le imprese iniziare a fissare gli obiettivi strategici di sostenibilità già per l’esercizio 2025, nel rispetto degli ESRS, al fine di avviare la predisposizione di report di sostenibilità da poter affinare e implementare nel corso dei successivi esercizi, così da trovarsi pronte ad adempiere gli obblighi di legge previsti a partire dall’anno fiscale 2027.