(36) Segue: Le prospettive…

Siamo al 20 agosto e lo show politico italiano entra nel vivo: il presidente del Consiglio espone al Senato le ragioni che inducono alla conclusione dell’esperimento governativo «giallo-verde».

La sua relazione si incentra su quanto ha fatto bene il Governo che ha presieduto e, quindi, quanto è stata fuori luogo la mozione contro di lui della Lega.

Il finale contiene anche un rimprovero ai cinque stelle, per averlo lasciato solo quando aveva esposto al Parlamento quello che sapeva dell’“affair Lega-Russia”. L’esposizione ha termine con l’indicazione delle dimissioni che, senza indugio, andrà a presentare al Presidente della Repubblica. A questo punto, un piccolo colpo di scena: la Lega ritira la mozione di sfiducia al presidente Conte, considerata inutile difronte alle dimissioni di quest’ultimo.

In concreto, la considerazione che reca a detta decisione è corretta, ma l’effetto di una sfiducia rispetto a volontarie dimissioni è un altro, almeno così la pensano taluni parlamentari leghisti e, probabilmente, molti supporters.

L’iter parlamentare va avanti con l’apertura delle consultazioni il 21 agosto e la loro conclusione il giorno dopo.

Il clima del voto subito che la Lega aveva creato sembra, però, non reggere, rispetto ai molti raggruppamenti che, con giustificazioni diverse, vorrebbero il proseguimento della legislatura.

Circostanza, questa, che appare possibile con «apparentamenti» tra ex nemici, quali il PD ed i cinque stelle, con il contorno della cosiddetta sinistra.

Le argomentazioni a favore del proseguimento della legislatura, si incentrano soprattutto sul rischio dell’aumento dell’Iva, dell’esercizio provvisorio e della caduta ulteriore di credibilità in Europa.

Tutti gli schieramenti, alla fine, sembrano non volere le elezioni, compresa la Lega che ha abbandonato il vessillo “delle urne subito”.

Riflettere su tale nuova situazione, significa, in primo luogo, immaginare che i sondaggi più recenti smentiscano i precedenti: non danno la Lega al 70%; indicano un ulteriore calo dei Cinque Stelle; il PD scosso negativamente dalle sue divisioni; Forza Italia in spegnimento, che che ne dica il suo fondatore.

Le soddisfazioni sembrerebbero essere tutte per Fratelli d’Italia, i quali beneficerebbero di un rigurgito ideologico che purtroppo nel nostro Paese non si è mai spento, a dimostrazione della nostra ignoranza storica.

Sta di fatto che il Presidente della Repubblica, scuro in volto, la sera del 22 agosto dopo due ore di riflessioni rispetto alla conclusione delle consultazioni, ha esternato la sua delusione di fronte all’incapacità dei partiti di indicare una possibile via da seguire ed ha concesso agli stessi tempo fino al 27 agosto per trovare una soluzione. In quella data, si inizierà un rapidissimo giro di consultazioni, al termine delle quali o ci sarà un Governo da sottoporre al «placet» del Parlamento oppure le Camere dovranno essere sciolte e si andrà alle elezioni.