(45) Segue: Le prospettive…

12.03.2020

Mi sono deciso a riprendere la penna stimolato da considerazioni che nulla hanno a che vedere con la mia configurazione di aziendalista.

Non è difficile immaginare che lo spunto mi è venuto da quanto emerge nella confusa, pericolosissima situazione sanitaria nella quale l’Italia, come il mondo, si dibatte.

Proprio questa notte il Governo ha varato il decreto che, in concreto, definisce l’intera penisola ed isole zona chiusa in se stessa, e cioè con i residenti, anche occasionali, obbligati a non muoversi.

Il provvedimento, molto pubblicizzato anche con “spot” affidati a personaggi della televisione, è finalizzato a contenere il contagio, che, evidentemente si è esteso malgrado le zone rosse e gialle già in vigore da settimane.

A me, da non addetto ai lavori, nonché “diversamente giovane” sembra una decisione adeguata alla finalità di contenere i contagi evitando incontri, assembramenti e quant’altro. Ma il vero problema, sempre a mio sommesso parere, è che non vengono segnalati progressi nella cura del morbo e, purtroppo, in assenza di “antidoto” specifico, si può solo attendere che l’epidemia si plachi da sola, come nel medioevo, ma questa è una sconfitta per la scienza del 2020!

La ricerca, però, costa e, quindi, occorre mobilitarsi per raccogliere i fondi. Secondo me, gli italiani risponderebbero senza battere ciglio alla richiesta di versare euro da telefono mobile o fisso, anche se il richiamo, nella fattispecie, non venisse supportato dal “battage” che di solito accompagna analoghe campagne.

Inoltre, credo si debba ricercare la sinergia tra tutti gli enti impegnati nella ricerca del farmaco, superando l’orgoglio nazionale a favore dell’indifferenziato benessere dell’umanità intera.

Se qualcuno ne ho voglia, mi dica che ne pensa di quanto sostengo, riflettendo sempre sulla circostanza che se blocchiamo per un tempo troppo lungo le attività produttive, l’inevitabile ricaduta economica avrà anche risvolti sociali estremamente pericolosi.

Claudio Bianchi