(64) Segue: Le prospettive…

01.02.2022

Nelle mie considerazioni del 27 gennaio u.s. avevo immaginato Draghi alla presidenza della Repubblica sostenendo che tale ipotesi la ritenevo caldeggiata dallo stesso Presidente del Consiglio, poiché, intelligentemente, vedeva un futuro più tranquillo dal Colle che da Palazzo Chigi.

Le cose, come è noto, sono andate diversamente e prima di analizzarne i motivi, ritengo mio dovere spiegare perché ho sostenuto la previsione sopra riepilogata. La migliore giustificazione mi viene da chi ha sostenuto che anche i muri dei Palazzi interessati erano a conoscenza del desiderio del Presidente del Consiglio di indossare i panni del Capo dello Stato.

Tutte le forze politiche sembravano favorevoli a Draghi e questo mi ha indotto ulteriormente in errore, poiché non ho saputo valutare che tutti gli erano favorevoli, ma intendevano che rimanesse dove era, per motivi diversi, ma nessun raggruppamento faceva il tifo per Draghi Presidente della Repubblica.

Le motivazioni al riguardo sono state le più svariate ed io non le ho saputo cogliere, tuttavia, ora è chiaro che si voleva al Colle un soggetto di diretta estrazione politica.

Forse in tale ottica vanno lette le bocciature femminili e finanche quella della seconda carica dello Stato, mandata allo sbaraglio da una formazione politica che, mentre erano in corso le votazioni in questione, ha convocato una conferenza stampa nella quale ha prospettato aperture ad altri soggetti!!!

Le zuffe politiche anche all’interno delle stesse formazioni non le ho capite e, comunque, ho pensato che la soluzione Draghi potesse avere ragione delle stesse ed incoronare quest’ultimo alla Presidenza della Repubblica. Ho sbagliato, infatti ciò non è avvenuto e si è percorsa una strada per chi crede alle dichiarazioni fatte e ripetute assolutamente impensabile.

Ho così assistito, come tutti gli italiani che hanno avuto lo stomaco di farlo, ad un ignobile teatrino, fatto di dichiarazioni, smentite, accuse reciproche, con le soluzioni femminili sempre agitate per indicare volontà di cambiamento radicale. Oggi lo possiamo dire alla luce degli accadimenti: una buffonata consumata da personaggi dai ruoli pericolosamente pseudo politici. Questi, infatti, hanno concordato una strana resa, che li ha condotti a richiedere al Presidente della repubblica uscente di rimanere.

Provo, ora con umiltà a considerare il comportamento di quest’ultimo.

Ha iniziato affermando categoricamente per poi ripeterlo più volte di non essere disponibile alla rielezione, dimostrando che aveva trovato casa e si stava adoperando per il trasferimento.

Ma i voti sul suo nome crescevano ad ogni scrutinio così da invocarne il cambiamento di decisione e rendersi disponibile per la rielezione.

A questo punto mi aggredisce una considerazione:

se veramente non voleva essere rieletto, al fiorire del suo nome non avrebbe potuto fare una chiara dichiarazione del tipo vi ringrazio per l’attestazione ma non mi votate poiché non voglio, non posso essere rieletto, al punto tale che se anche raggiungessi il quorum non accetterei l’incarico.

Credo che una dichiarazione di tale tenore avrebbe chiuso la partita Mattarella, ma questa non è venuta cosicché non è da escludere che lo stesso abbia deliberatamente lasciato la porta aperta alla rielezione.

Così l’incapacità di trovare una soluzione alternativa accompagnata dalla pletora dei voti che ne dimostravano il desiderio di riaverlo presidente, hanno determinato la capitolazione del non “voglio” e poi, l’accettazione del nuovo incarico.

Quale situazione verifichiamo all’esito di tale soluzione:

  1. a) le pseudo forze politiche ringraziano commosse il Presidente ma, secondo me, si preparano alla resa dei conti al loro interno e nei confronti dei concorrenti;
  2. b) il governo, se ho ragione, non sarà più forte né avrà vita facile, considerando che la maggioranza che le sostiene è traversata da fibrillazioni il Presidente del Consiglio probabilmente faticherà a gestire;
  3. c) se sarà così, come riuscirà a svolgere il suo ruolo di garante e mediatore il rinnovato Presidente della Repubblica, difronte ai gravi e numerosi problemi interni ed esterni del Paese?

Speriamo bene.

Una ulteriore riflessione mi pare logico fare: il Presidente della Repubblica dura in carica sette anni ed il suo mandato si sa esattamente quando comincia e quando finisce. Allora, mi domando, non era lecito confrontarsi almeno qualche mese prima della scadenza del mandato Mattarella, invece di fare la vergognosa pantomima alla quale abbiamo dovuto assistere nei giorni immediatamente vicini alla scadenza?

Mi piacerebbe avere una risposta sincera, ma ritengo che non l’avrò, sperando che il silenzio non nasconda la presenza del retropensiero di far accadere proprio quello che è accaduto.

Voglio concludere ricordando che alla precedente gestione Mattarella si debbono anche due perle: il presidente Conte ed il presidente Draghi, sul valore di tali perle lascio a chi legge il giudizio.

Quanto scorre in televisione mi fa venire un altro terribile pensiero circa la spinta alla soluzione del bis trovata: l’accelerazione non sarà dovuta all’esigenza di non far slittare il festival di Sanremo, al quale pare che il popolo italico non sappia rinunciare?

Claudio Bianchi